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Tractatus logico sintattico. La forma trasparente di Villa Adriana
di P. Federico Caliari (Autore)

Copertina flessibile: 92 pagine
Editore: Quasar (1 gennaio 2012)
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8871404858
ISBN-13: 978-8871404851
Peso di spedizione: 662 g

La monografia intitolata Tractatus Logico Sintattico. La forma trasparente di Villa Adriana, si colloca letterariamente sulla linea di confine tra il “corpus adrianologico”, cioè l’insieme sterminato di studi sulla galassia adrianea, e la trattatistica architettonica in prospettiva storico-compositiva.

Obbiettivo principale è quello di colmare un’aporia determinatasi nell’ultimo quindicennio e generata da una parte, dall’intensificazione degli studi archeologici sulla Villa che poco spazio hanno lasciato all’analisi di tipo architettonico, e dall’altra parte, dalla simmetrica abdicazione dell’architettura rispetto ad un tema che, prima ancora di essere materia archeologica, è un “caso specifico” e proprio dell’architettura.

Il Tractatus cerca di riproporre agli occhi degli architetti Villa Adriana nella sua essenza paradigmatica, analizzandola a partire dal particolare punto di vista del pensiero progettante colto in una fase intermedia tra l’ideazione e la costruzione. Questo toglie alla lettura del testo ogni necessità di multidisciplinarità. Vuole essere solo e unicamente materia dell’architettura.

 Villa Adriana custodisce sotto traccia, ed esibisce in trasparenza, una modalità della composizione che assai raramente si riscontra nell’esperienza della progettazione antica, profondamente legata ad una pianificazione su matrice ortogonale. Le ragioni di questo tipo di scelta strutturante il principio ordinatore di Villa Adriana e opposto al mos maiorum dell’organizzazione “vettoriale” della centuriatio, sta da una parte nell’eccezionalità del compito architettonico affidato ai progettisti, dall’altra nei modelli culturali filellenici del committente. Le origini della composizione della Villa Adriana vanno indagate non nelle presunte e decantate regge ellenistiche orientali, ma nei luoghi sacri del mondo greco come l’Acropoli di Atene, e l’Altis di Olimpia, ma soprattutto nel tecnigrafo post-alessandrino, della seconda generazione di discendenti dai diadochi del grande re macedone. Essa costituisce un esempio di composizione polare individuabile soltanto in poche altre realtà molto sofisticate e individuabili all’inizio del II secolo a.C. E, cosa non irrilevante, in quella Roma flavio-traianea che si sovrappone all’eccezionale disegno neroniano della Domus Aurea, restandone peraltro prigioniera.

In questo senso, il “Tractatus”, costituisce uno spostamento di paradigma nella lettura e nella trasmissione di Villa Adriana, la cui forma è descrivibile non più come una composizione pluriassiale paratattica, ma come una composizione policentrica radiale ipotattica.

Ci troviamo quindi ad affrontare gli esiti di una proposizione scientifica che si colloca all’interno di un corpus incrementale di saperi, quelli non solo relativi alla Villa Adriana, ma anche inerenti la progettazione antica, di cui ne rielabora in buona sostanza, metodologia di analisi ed esiti. 

Le immagini che seguono sono riferite, il primo gruppo, all’atto fondativo e al processo ideativo della villa, e cioè alla sequenza di operazioni sviluppate dal progettista sul suo tavolo da disegno; il secondo gruppo, alle tavole presenti nella prima edizione del Tractatus, contenenti l’insieme delle relazioni geometrico-ipotattiche presenti nella Villa.

Infine, il terzo gruppo, è riferito alla genealogia della tecnologia compositiva adottata dagli architetti della Villa, che hanno origine nelle esperienze post alessandrine dell’Acropoli di Pergamo e del Santuario di Iside a Phylae, in Nubia.